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CONTENUTO E STRUTTURA |
| | CON | Ambiti e Contenuto | 1. Donna Taddea, vedova del fu Giovanni Viniani da San Daniele, avendo avanzato la pretesa di ricevere un canone annuale pari a quindici lire di soldi (diritto esercitato su certe braide situate nelle pertinenze di San Daniele, in località “in stalis”) [et dictus ser Tebaldussolvissetdictamresponsionemipsidomine Tadeeusque dum vixit, et ex post dicta domina Tadeadonasset ecclesie SanctiMichaelis de Sancto Daniele ex dictisquindecim libris de livello librasduodecimsolidorumsolvendasannuatimipsi ecclesie solum post mortemdictedomineTadee] dagli eredi del fu ser Tebaldo de Georgis da San Daniele, ed essendosi questi ultimi rifiutati di corrispondere il detto canone, ricorre al tribunale del vicario generale del patriarca, il quale sentenzia a favore di donna Taddea. Gli eredi di ser Tebaldo de Georgis fanno ricorso appellandosi al tribunale della sede apostolica, citando donna Taddea in giudizio di fronte ad Antonio de Susanna, giudice delegato apostolico (iudico delegato apostolico). In vista dell’istanza d’appello, e con l’intento di evitare spese superflue, [in sintesi] la chiesa di san Michele, rappresentata dal camerario Floriano da Treviso, stipula un compromesso con gli eredi sopracitati, concordando il versamento di nove lire di soldi invece che dodici.
2. Ser Francesco Pittiani, cancellario della comunità di San Daniele, assieme a Daniele e Antonio, consiglieri del comune, costituiti(si) di fronte al vicario generale del Patriarca, espongono a quest’ultimo la volontà degli eredi di ser Tebaldo de Georgis di affrancare il livello di nove lire di soldi da corrispondere alla Chiesa di San Michele, pagando venti lire per ogni lira di livello. E tale richiesta viene accolta e ratificata dal vicario patriarcale.
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| RSP | NOMI |
| | RSPN | Nome identificato/accettato | Pietro Antonio Narducci |
| | RSPR | Responsabilità | Donatore |
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